Una storia, quella di San Giuseppe, che nasce nel IV secolo e che arriva fino ai nostri giorni tra Frittelle, Festa del Papà e non solo. Ecco perché.
La Festa di San Giuseppe si celebra il 19 Marzo. Le origini della festa sono molto antiche e risalgono alle tradizioni pagane quando, nell'attesa dell'imminente arrivo della primavera, si svolgevano i baccanali e i riti dionisiaci volti alla propiziazione della fertilità.
Il culto di San Giuseppe, Santo considerato simbolo di umiltà e dedizione, iniziò nel IV secolo. La prima celebrazione Cristiana fu promossa nel 1030 dai Benedettini, poi dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. La festa fu in seguito solennemente ufficializzata nel 1621 da Papa Gregorio VI° che la rese obbligatoria. San Giuseppe in ebraico Yosef e in latino Ioseph, sposo di Maria e Padre putativo di Gesù, nome che lo stesso Giuseppe gli aveva attribuito, fu dichiarato Patrono della Chiesa Universale, quindi con grado superiore rispetto a tutti gli altri Santi, da Papa Pio IX° l'8 Dicembre del 1870. A Firenze la festa crebbe d' importanza a partire dal 1720, quando Cosimo III° dei Medici volle considerare San Giuseppe protettore della propria famiglia e di tutti i suoi discendenti. Ogni 19 Marzo ampi festeggiamenti in onore del Santo, sia civili che religiosi , si svolgevano con solenni parate di personaggi importanti e lunghi cortei di carrozze addobbate per le feste di gala che sfilavano lungo le vie della città. A sera una grande processione concludeva il suo tragitto all'interno della Chiesa di San Giuseppe dove veniva officiata la Messa solenne alla presenza delle più alte autorità cittadine. Il popolo, dopo essere intervenuto in massa alla funzione religiosa, si spostava poi nella vicina Piazza Santa Croce per partecipare con fervore alla tradizionale fiera.
LA
FIERA
La
fiera di San Giuseppe,
era molto amata dal popolo che la viveva come punto d' incontro e di
svago. Nella fiera si trovava una larga scelta di oggetti
artigianali di uso comune per la vita di tutti i giorni e tanti buoni
prodotti dolciari e fu proprio durante una fiera che alcuni artigiani
pasticceri ripresero una antica usanza offrendo sui loro banchi le
dolci "frittelle
di riso".
Da quel tempo, nel giorno di San
Giuseppe
sulle tavole fiorentine al termine del pranzo, non è più mancata la
squisita "frittella".
L'Accademia della Crusca così descrive la frittella fiorentina: "vivanda fatta di una fetta di mela , di una foglia di
borrana, di un poco di riso e di zibibbo, intrisi con pasta quasi
liquida e fritti nella padella con olio e strutto". A Firenze l'uso
di mangiare questo dolce casalingo, incontra da sempre grande favore
e spesso, a causa di troppa golosità, molti buongustai fanno
assaggiare la “frittella” anche ai loro vestiti. Infatti nel
nostro vocabolario, in senso figurato, si chiama “frittella” una
macchia d' unto ben visibile sopra la stoffa del proprio abito.
Ancora oggi il 19
Marzo
di ogni anno,
i fiorentini accorrono,anche
se con minore fervore,
in Piazza Santa Croce,
per partecipare alla fiera, la quale mantiene quasi del tutto la
tradizione e le caratteristiche del passato.
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