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Evento Da S. Trinita all'Oltrarno tra amore e mistero. Itinerario romantico a Firenze (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO) Palazzo Spini Feroni - Museo Salvatore Ferragamo

Da S. Trinita all'Oltrarno tra amore e mistero. Itinerario romantico a Firenze (ITINERARIO LIBERO NON GUIDATO)

All'aperto, Arte
Piazza di Santa Trinita, 5 Firenze
Palazzo Spini Feroni - Museo Salvatore Ferragamo

Scaduto

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Itinerario Libero Non Guidato

Nel primo capitolo di questo viaggio alla scoperta dell’animo romantico di Firenze siamo partiti dalla bellissima chiesa di SS. Annunziata e, passando per il Duomo, siamo arrivati fino alla Chiesa di Santa Margherita o, com’è nota a tutti, Chiesa di Dante.

Ma il centro di Firenze è ricco di angoli, vie, scorci intrisi di storia, amore, miti e leggende perlopiù legati alla famiglia De’ Medici. Vi proponiamo, quindi, un nuovo percorso ricco di fascino e mistero - due ambiti che qui a Firenze spesso vanno di pari passo, lo avete notato?

Il percorso inizia da Palazzo Spini Feroni e si snoda tra alcuni dei bellissimi palazzi del centro storico: palazzi ricchi d’arte che nascondono storie d’amore che nulla hanno da invidiare a quella dei più celebri Romeo & Giulietta raccontati da Shakespeare.

Si tratta di palazzi ai quali, molto probabilmente, abbiamo lanciato un’occhiata sfuggente interrogandoci sulle famiglie che li hanno abitati nel ‘500 e delle quali poco o nulla sappiamo.

Bene, questa è l’occasione giusta per fare un pit-stop davanti a ciascuno di questi e apprezzarne appieno la bellezza e il fascino che trasuda dalle loro facciate affrescate.

Periodo ideale: sempre

N° tappe: 4

Km totali: 1 circa

Durata prevista: 1 ora e mezza circa

Palazzo Spini Feroni e l’Arco “dei pizzicotti”

Siamo in Via de' Tornabuoni nell'ultimo tratto prima del Ponte a Santa Trinita.

Il Palazzo di origine medievale è considerato uno dei più belli di Firenze. Fino a tutto il secolo XVIII° occupava il tratto finale della via affacciandosi attraverso un arco direttamente sull'Arno.

L'arco, che fu demolito nel 1824 per creare l'attuale lungarno Acciaiuoli, era chiamato “dei pizzicotti” perché molti giovani, approfittando dell'ambiente piuttosto buio, si divertivano a toccare le natiche delle malcapitate ragazze che da lì passavano.

All'interno del Palazzo, entrando nel Museo Salvatore Ferragamo, si può vedere un antico e ben conservato pozzo. Si tratta dell'ormai noto pozzo “di Beatrice” nei pressi del quale Dante incontrando la sua “musa” mentre lei, bellissima, si stava recando ad attingere l'acqua, ne rimase così estasiato da dedicarle il famoso sonetto che sublimemente inizia così: Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia, quand'ella altrui saluta/ch'ogne lingua devèn, tremando, muta/e li occhi no l'ardiscon di guardare....A voi completare la lettura del XXVI°sonetto nella “Vita Nuova”, opera dedicata a Beatrice.

Da vedere: 

la lapide, posta a testimonianza dell'evento, sulla facciata del palazzo prospiciente l' Arno

Palazzo Dainelli da Bagnano lungarno Corsini n.2 - Basilica di Santa Croce

Attraversiamo la strada e voltiamo sul Lungarno Corsini. Ci fermiamo davanti al palazzo cinquecentesco Dainelli da Bagnano dove si legge una lapide che riporta questa epigrafe: Vittorio Alfieri principe della tragedia per la gloria... leggete voi stessi il seguito sul posto:
Si tratta del conte Vittorio Alfieri, Piemontese, nato ad Asti nel 1749, grande poeta, scrittore e drammaturgo, studioso eccelso di filosofia, lingue, storia e Umanesimo che scelse Palazzo Dainelli come dimora per sé e per la sua amata Luisa Stolberg contessa d'Albany.

Di carattere irrequieto, Vittorio Alfieri ebbe relazioni sentimentali anche con donne sposate, tra le quali la stessa contessa d’Albany, conosciuta quando lei era ancora moglie del nobile e diplomatico inglese Carlo Edoardo Stuart. Travolti dalla passione, i due vissero una relazione clandestina fino al giorno della morte dello Stuart.

A Firenze, i due vissero fino al 1803, anno in cui l’Alfieri morì. La Contessa d'Albany, allora, chiese che il corpo venisse sepolto in Santa Croce insieme ai grandi d'Italia. Ottenuto il consenso dalle autorità, commissionò al Canova il monumento funebre che si può ammirare per l'alto valore storico e artistico, all'interno della Basilica di Santa Croce.

Da vedere: 

la lapide su cui è incisa l'epigrafe

Palazzo del Mondragone e Palazzo di Bianca Cappello

Attraversiamo il Ponte Santa Trinita volgendo lo sguardo al Ponte Vecchio, per ammirarlo da questa interessante prospettiva e ci immettiamo in Via Maggio (abbreviazione di Via Maggiore). Percorrendo il lato destro si giunge al n. 26: il Palazzo di Bianca Cappello.

Bianca Cappello era una nobile veneziana venuta a Firenze a seguito del marito Piero Bonaventuri che qui lavorava e aveva residenza.

Invitata ad una festa nel Palazzo del Mondragone in via dei Banchi 4 (all'angolo con via del Giglio), conobbe il Granduca Francesco I dei Medici, a quel tempo sposato con Giovanna d'Austria.

Per entrambi fu amore a prima vista che subito si trasformò in autentica passione.

Francesco I, che in estate risiedeva a Palazzo Pitti, volle fare dono a Bianca di un palazzo nei pressi per averla vicina e poterla vedere ad ogni ora del giorno. Il Palazzo, rinnovato da Bernardo Buontalenti, è uno dei più belli di Firenze per le sue caratteristiche decorazioni a graffiti di alto livello artistico.

Seguiamo la vita dei due amanti, che si snoda attraverso strane vicende che affondano nel più profondo mistero (il marito di Bianca, viene ucciso in un vicolo buio durante un alterco e, poco dopo, anche la Granduchessa Giovanna D'Austria muore in un banale incidente cadendo da una scala) I due amanti ancora giovani e infine liberi, si sposano. Francesco, oltre ai doveri di granduca si occupa di esperimenti di alchimia e scienze naturali mentre Bianca, da granduchessa, si dedica ad organizzare la vita di corte.

Nove anni dopo durante una vacanza estiva nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, vengono ambedue assaliti da febbre altissima e delirio, decedendo in pochissimo tempo a poca distanza l'uno dall'altra.

E' quasi certo si trattasse di febbri malariche, ma qualche fonte storica ritiene tale morte causata da un avvelenamento per mano del fratello di Francesco, Ferdinando I, risoluto a indossare la corona granducale.

A noi piace sposare questa teoria. Si sa, chi ama il mistero ama i complotti, la vita briosa e, perché no, anche un pò “piccante”, perfino quando si parla d’amore…

Da vedere:

la facciata decorata del Palazzo di Bianca Cappello

Casa Guidi, Piazza San Felice 

Avviamoci al termine di via Maggio, sulla piazza San Felice che sarà anche il termine di tutto il nostro itinerario.

Sul lato destro della piazza si osserva un palazzo del 400. Palazzo Ridolfi ora Museo Casa Guidi. Al centro una lapide con una epigrafe scritta da Niccolò Tommaseo che così recita: Qui scrisse e morì Elisabeth Barret Browning… seguono parole di affetto e gratitudine che leggerete sul posto.

Le parole dettate dal Tommaseo ci introducono nella vita di Elisabeth Barret Browing.

Nata in Inghilterra nel 1806 da famiglia facoltosa dimostra fino da giovanissima una vena poetica straordinaria. Legge Dante e Shakespear e all'età di dodici anni riesce perfino a comporre un poema epico.

In età adulta prosegue la sua attività di scrittrice componendo e pubblicando una serie di importanti raccolte.

Ma, al compimento dei 32 anni viene colta da una grave malattia agli arti inferiori che la costringe ad isolarsi nella propria abitazione assistita soltanto dai suoi familiari.

La forte passione per la letteratura la spinge a scrivere un'altra raccolta che chiamerà Poems.

La raccolta attira l’attenzione di un giovane scrittore Inglese dal nome Robert Browing.

In una lettera inviata alla poetessa le manifesta la sua ammirazione e le chiede di poterla incontrare.

Elisabeth accetta l'incontro con Robert e qualche tempo dopo scoccherà la scintilla che farà accendere un amore travolgente.

Il padre di Lei contrario a questa unione le impedisce di frequentarlo, ma la loro determinazione è più forte. Così decidono di fuggire superando anche le difficoltà dovute all'impedimento di Elisabeth.

Giungono a Firenze, città aperta e libera dalle ipocrisie di cui la società dei “Ben Pensanti” Inglesi era pervasa.

Si sposano e prendono possesso di alcune stanze del Palazzo Guidi.

Si appassiona alla lotte Risorgimentali del 1848 e condivide totalmente la politica del Conte Camillo Benso di Cavour il quale poco dopo verrà a mancare.

La malattia di cui ella era stata vittima da giovane, si ripresenta quando ha raggiunto il 54° anno di età e questa volta non le dà scampo.

Elisabeth Barret Browing muore nella sua casa di Firenze nell'anno 1861. Il corpo di Elisabeth si trova ora in una tomba presso il Cimitero degli Inglesi in piazza Donatello.

Da vedere: 

la lapida dedicata a Elisabeth Barret Browing 

Orari visite
Piazza San Felice 8
Museo aperto da aprile a novembre
Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00

Ingresso gratuito
Per info info.casaguidi@fastwebnet.it

Gratuito. L'itinerario, della durata prevista di 1 ora, può essere effettuato sempre.

Palazzo Spini Feroni - Museo Salvatore Ferragamo
Indirizzo: Piazza di Santa Trinita, 5, Firenze 50123

Telefono: 055 3562846 / 055 3562813

Fax: 055 3562475

Email: museoferragamo@ferragamo.com

Sito web: http://www.ferragamo.com/museo/it/ita




Gli eventi non sono organizzati da GoGoFirenze ma sono comunicati alla redazione o recuperati da fonti pubbliche attendibili. GoGoFirenze non è responsabile della correttezza delle informazioni né fornisce informazioni o prenotazioni, se non diversamente specificato.